Dott. Giuseppe Venezia

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Disturbo Borderline

Il Disturbo Borderline di personalità si colloca tra la nevrosi e la psicosi e presenta un quadro sintomatico fortemente polimorfo e complesso.

Dai tempi di Freud e per le prime due generazioni dei suoi continuatori gli psicoanalisti hanno avuto a che fare con nevrosi chiare, isteriche, ossessive, fobiche o miste. Oggi, più della metà delle persone che richiedono una psicoterapia (e non solo) è costituita da quelli che vengono chiamati i casi borderline e/o di personalità narcisistiche. Etimologicamente si tratta di stati limite tra nevrosi e psicosi, che raccolgono tratti rilevanti di queste due categorie tradizionali. Di fatto tali stati soffrono di una mancanza di limiti: incertezza sulle frontiere tra Io psichico e Io corporeo, tra Io reale e Io ideale, tra ciò che dipende da sé e ciò che dipende dagli altri, brusche fluttuazioni di tali frontiere accompagnate da cadute nella depressione, indifferenziazione delle zone erogene, confusione tra esperienze piacevoli e dolorose, vulnerabilità alle ferite narcisistiche a causa della debolezza o delle faglie dell'involucro psichico, sensazione diffusa di malessere, senso di non vivere la propria vita, di vedere funzionare il corpo e il proprio desiderio dal di fuori, di essere spettatori di qualcosa che è e che non è la propria esistenza.

Cosa è una Nevrosi? È una condizione di sofferenza della psiche provocata da disturbi, a condizionamento psichico (cioè psicogeni), per lo più di decorso cronico, che si esprimono con diversi sintomi (ansia, paure, coazioni, sintomi isterici) e con diverse caratteristiche (inibizione, insicurezza, labilità emotiva, conflittualità interiore). Per Freud una nevrosi è da considerare come un disturbo psichicamente condizionato i cui sintomi sono la conseguenza immediata e l’espressione simbolica di un conflitto psichico patogeno, che resta inconscio.

Cosa è una Psicosi? È un termine che designa la malattia mentale propriamente detta; spesso è usato con un aggettivo che ne specifica la natura, l’eziologia o l’elemento dominante (psicosi sintomatica, p. luetica, p. maniaco-depressiva, ecc.). Dal punto di vista psichiatrico la psicosi è una condizione patologica che colpisce l’uomo nella sua totalità, infrangendone la continuità della vita relazionale. Differisce da altri stati di sofferenza psichica, come le anomalie patologiche della personalità e le nevrosi, perché insorge in una condizione di sufficiente benessere psichico e perché la sua sintomatologia non è statica, come nelle personalità psicopatiche, ma subisce un’evoluzione.

Tra le caratteristiche più rilevanti della psicopatologia borderline troviamo: instabilità dell’immagine di sé  e delle relazioni interpersonali, che oscillano tra iper-idealizzazione e svalutazione; disturbo dell’identità con incertezza sugli aspetti importanti della vita; impulsività e perdita di controllo dei propri atti, condotte a rischio, gambling, guida spericolata, abuso di sostanze psicoattive; oscillazioni violente del tono dell’umore; sensazioni di vuoto, torpore, rabbia; tendenza all’iperattività alternata a stati di ipoattività ; precarietà delle relazioni interpersonali e ricerca di figure cui legarsi con forme di dipendenza più o meno aggressiva; incapacità di godere dei risultati e delle vincite e successiva tendenza al perdere tipiche dei giocatori patologici.

Oggi siamo di fronte ad una civilizzazione che coltiva ambizioni smisurate, che esalta l'esigenza di un impiego totale dell'individuo nella coppia, nella famiglia e nelle istituzioni sociali, che incoraggia passivamente l'abolizione di ogni senso del limite nelle estasi artificiali delle droghe, chimiche o d'altro genere, che espone il bambino, sempre più spesso unico, alla concentrazione traumatizzante dell'inconscio dei genitori nel contesto di un focolare sempre più ristretto per numero e stabilità, non siamo sorpresi dunque che tale cultura favorisca l'immaturità e susciti una proliferazione di disturbi psichici al limite.

Allora abbiamo un compito urgente, psicologico e sociale, la ricostruzione dei limiti, il ristabilimento delle frontiere, il riconoscimento dei territori abitabili e vivibili; frontiere e limiti che istituiscono delle differenze e insieme permettono lo scambio tra le regioni (della psiche, del sapere, della società, dell'umanità) così delimitate. I confini assumono un ruolo cruciale. La psicoterapia diventa, così, luogo e strumento fondamentale dove poter affrontare e risolvere le difficoltà smantellando le difese primitive e individuando gli stati dell’Io contrastanti, scoraggiando la regressione e sostenendo l’individuazione di ogni essere umano.