Dott. Giuseppe Venezia

Riceve su appuntamento a:

Sciacca
Via B. Nastasi, 37

Palermo
Via Archimede

Telefono
380 3559119

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Gioco d'azzardo

Nell’era multimediale il gioco d’azzardo cambia faccia e, naturalmente, nome: comprende i videopoker, le slot machines e il gioco d’azzardo virtuale (casinò virtuali, scommesse e aste on line, ecc.).

Oggi, ai tradizionali “drogati” del tavolo verde, si aggiungono quelli dei videopoker, quelli che navigano nei siti di gioco virtuale su Internet, ma anche quelli degli spericolati investimenti in Borsa. Chi vuole tentare la “fortuna” non deve, necessariamente, andare nei templi del rischio, i casinò; basta recarsi ai bar sotto casa, ormai pieni di slot machines, videopoker, gioco del lotto istantaneo o, addirittura, restare comodamente seduti tra le quattro mura domestiche.

La nuova frontiera delle patologie dell’azzardo (gambling), tuttavia, sembra essere Internet: disponendo di un collegamento a Internet e di una carta di credito è possibile puntare e scommettere sui tavoli verdi virtuali della roulette, sui risultati esatti delle partite o giocare con slot machines on line stando comodamente seduti a casa propria.

Il gambling è una malattia progressiva che di solito compare durante l’adolescenza ma può manifestarsi ad ogni età; i figli di un GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) sono più esposti al rischio di sviluppare la malattia.

Il gambling patologico è una malattia da dipendenza che i giocatori definiscono l’essere in azione, è uno stato di stimolazione (High) paragonabile a quello degli stimolanti come la cocaina. Un giocatore è “in azione” quando è in attesa del risultato di una puntata consistente. In alcuni casi sono presenti sensazioni di identità alterata e di dissociazione. Sia lo stato di High che la dissociazione permettono di attenuare sensazioni disforiche, quali noia, ansia e depressione poiché comportano una diminuzione dell’autocritica, delle preoccupazioni e dei sensi di colpa, e permettono al giocatore di abbandonarsi a fantasticare sulla imminente “grossa vincita”.

Si evidenziano cinque processi che conducono alla formazione di strutture di dipendenza patologica dal gioco d’azzardo:

1 – i “cambiamenti psicologici” coinvolti nell’eccitazione del gioco, interpretati dal giocatore come sensazioni positive (elemento cruciale: individui che non rispondono al gioco con cambiamenti di tipo psicologico non diventeranno mai giocatori patologici.). Una tensione che si trasforma in un’eccitazione man mano che la posta in gioco aumenta;

2 – il “rinforzo variabile” nella strutturazione della dipendenza: quando le persone non sono in grado di prevedere quante risposte devono fornire (giocate effettuate) prima che venga elargito il rinforzo (vincita). Le slot machines e i tavoli da gioco sono estremamente rischiosi proprio perché forniscono questo tipo di rinforzo;

3 – l’“esperienza di una grande vincita”, soprattutto nella fase iniziale della sua attività di gioco. Le abitudini si instaurano molto velocemente quando la ricompensa aumenta: tale ricompensa può anche non essere di tipo monetario ma solo relazionale. Non necessariamente è la propria vincita a innescare il circolo che diventerà un vizio ma, per rinforzo vicario, potrebbe bastare una vincita di un amico, familiare o altro soggetto che appartiene al proprio gruppo o alla propria rete sociale intima;

4 – il “problema dell’autocontrollo”: le probabilità di incorrere in problemi di gioco d’azzardo aumentano notevolmente quando il giocatore crede di esercitare un controllo sostanziale sull’esito della sua attività di gioco;

5 – logica di “pensiero di tipo magico”: le probabilità di problematiche legate al gioco sono maggiori quando il giocatore crede nella fortuna.

Tutto questo è accompagnato da una difficoltà a controllare l’impulso; l’oggetto della dipendenza non è chimica ma è legato ad un comportamento, quindi socialmente è apparentemente più accettabile.

Uscire dal tunnel del gioco d’azzardo comporta una vera e propria crisi d’astinenza, analoga a quella del tossicodipendente: tremore fisico, brividi di freddo alternati a eccessiva sudorazione, nausea, cefalea, instabilità dell’umore, ecc. Mentre il tossicodipendente che si accinge a disintossicarsi insegue l’ultima volta, il giocatore d’azzardo esegue l’ultima puntata.

Sono tante le similitudini tra le diverse forme di addiction (dipendenze), con o senza sostanze. Il decorso e i vissuti del giocatore d’azzardo vengono oggi associati alla struttura di personalità dei tossicomani caratterizzata, nello specifico, in senso borderline.